Il Fluire Emotivo

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“Le emozioni più belle sono quelle che non puoi spiegare”. Charles Baudelaire

Tutto ruota attorno al sentire.

“Mi sento stanco”, “Sento che potrei spaccare tutto”, “Senti anche tu quello che sento io?”, “Mi sento a terra”, “Mi sembra di sentire la voce della mia coscienza”.
Il sentire è un enorme contenitore, dove si depositano tutti gli input fisiologici che i nostri organi di senso ci permettono di immagazzinare e trasformare in emozioni.

Dalla letteratura un’ emozione è un’attivazione neurofisiologica, di breve durata e di intensità variabile da individuo a individuo.

La rievocazione di un particolare stato emotivo porta con sé inevitabili ricordi, a volte, sensazioni di qualcosa già vissuto in precedenza.

È esattamente così che funziona, in una banale giornata di pioggia potremmo essere colti da una malinconia improvvisa, senza razionali radici, che ci porta a cambiare direzione al nostro umore, oppure in una situazione di apparente normalità ci si sente euforici, eccessivamente felici, tanto da chiederci il perché e anche questo stato d’animo porta, a cascata, conseguenze relazionali che in un altro atteggiamento emotivo non avremmo agito. Per non parlare di quei piccoli particolari comunicativi (il tono della voce, l’atteggiamento di chi abbiamo davanti, le parole usate) che ci innescano una rabbia improvvisa, l’ interesse verso una persona, o ci raggela e fa scattare la paura, immobilizzandoci.

Queste perturbazioni del clima emotivo hanno conseguenze, talvolta benefiche, ci agganciano a nuovi amici, a un nuovo amore, ad occasioni di crescita professionale, altre sono cataclismi a cui non riusciamo a far fronte, a riparare i danni provocati, soprattutto se sono la rabbia, la paura o la disperazione a prendere la guida dei nostri comportamenti e delle nostre comunicazioni.

Il controllo emotivo resta uno dei motori più validi e produttivi di quello che viene chiamato Ben-Essere.

Questo non significa che si debba costruire dighe alte per evitare che le emozioni fuoriescano, che ci si sforzi di trattenerle o che la soluzione sia farle sparire, dimenticarle. 

Le emozioni non scompaiono, possono tuttavia modularsi in modo vantaggioso per se stessi. Le emozioni che nascono, molto spesso dai ricordi o da assonanze di eventi, sono patrimonio della nostra vita e vanno salvaguardate, capite nei loro intenti, accettate quando emergono e integrate nel nostro presente.  Integrazione è una parola che porta in sé la parola latina integer=intero:  integrare le nostre seppur scomode emozioni ci porta ad accettare noi stessi, rendendoci completi.

Questo è un primo lavoro su voi stessi che si può fare, Insieme.


Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)



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