Bambini

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Il metodo che utilizzo con i bambini è quello ludico espressivo.

Gli strumenti che uso sono i colloqui, naturalmente, ma arricchiti dal gioco, dai disegni, da attività creative, dove i bambini hanno parte attiva nel “raccontarsi”.

Il bambino è una risorsa preziosa, “non è un’isola” all’interno della sua famiglia, ha competenza nelle relazioni che conosce da quando è nato ed è “poliglotta”, sa parlare le numerose lingue che apprende, fin dal suo arrivo, in famiglia. Ogni membro familiare parla una lingua a sé e l’apprendimento del bambino è continuo e si estende a ogni nuovo cambiamento.

Anche Ogni bambino parla una sua lingua, la difficoltà sta nel capirla, nel tradurla.

Ricordiamolo. Un bambino guida il terapeuta nel mondo relazionale della propria famiglia. (Maurizio Andolfi)

Se vi siete già soffermati sulla mia biografia formativa (LINK a “FormAzione”), avrete colto che la mia esperienza formAttiva nasce proprio dalla fascia di età dei minori, in particolare quella coincidente con l’età scolare (dai 5/6 ai 10/11 anni).

Ho seguito bambini e ragazzini in contesto scolastico e di studio privato, in progetti rivolti al nucleo familiare, in ambito ludico-ricreativo, di gioco, pomeridiano e di sostegno curriculare, nei “doposcuola” educativi che coordinavamo come cooperativa, oppure in spazi di ascolto dedicati al supporto psico-emotivo.

Un bambino percepisce i ruoli familiari, ne sente i pesi e misura la potenza e la determinazione di ogni azione di ogni membro della famiglia, in ogni sua mossa, in ogni suo ruolo.

Come si dice? “Un bambino ti prende le misure”. Le sa indicare queste misure e sa quando fare scacco matto con le debolezze dei suoi familiari. Non c’è premeditazione, è istinto, intuito, talvolta logica, o pura esternazione di amore.

Seguire un bambino, nel mio lavoro, è seguire i suoi movimenti.

Parte fondamentale per formulare un intervento che sia efficace è capire come vive con se stesso, certo, ma anche con gli altri.

Il primo ambiente di movimento del bambino è la famiglia, ricaverò dai suoi racconti come percepisce il clima comunicativo e le eventuali situazioni conflittuali, tuttavia sarà sempre importante avviare un percorso parallelo con i genitori stessi.

Le impressioni e le descrizioni di mamma e papà saranno parte del lavoro terapeutico e, in base alla storia, verrà scelto il percorso più adatto, diretto con il bambino, che diventerà compartecipante attivo o co-protagonista indiretto, coinvolgendo la sola coppia genitoriale.


Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)



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