Autostima e crescita personale

“Senti che fuori piove, senti che bel rumore”, Vasco Rossi

La definizione di autostima, scomponendo la parola (auto/stima), ci porta a quello che la persona di se stessa considera di valore, prezioso.
La ricchezza è auto-valutata e può tradursi in una visione corretta se la persona si accetta e si critica in modo costruttivo, ma se le lenti risultano falsate, quello che ne deriva è una considerazione di sé iper-valutata (narcisismo, maniacalità) o una svalutazione di quello che si è (creando i presupposti per l’insorgere di ansia, stress, derealizzazione, sfiducia nelle proprie capacità, fino a stati depressivi, di blocco del pensiero o dell’azione).
La personale immagine riflessa sullo specchio del quotidiano vivere può subire variazioni di giorno in giorno, di relazione in relazione, di luogo in luogo.
“Che strano, fino a un attimo fa mi sentivo un leone, pronto a dominare il mondo… e ora? Vorrei solo fuggire per quanto mi senta incapace…”
“E’ come se ci fosse un freno dentro di me, che qualcosa me lo sta tenendo azionato. Vorrei sbloccarlo, ma non posso o non ho abbastanza forza per farlo…”

“Vorrei poter dire quello che penso, vorrei poter dire di no, ma temo nelle reazioni di chi ho di fronte, temo di non poterle controbattere, di non riuscire ad arrivare alla fine dei miei discorsi, di fare brutta figura…”
“Con noi genitori nostro figlio ha forza e determinazione, si arrabbia, lotta per ottenere quello che vuole. Fuori casa è silenzioso, impaurito, senza grinta, gli insegnanti lo vorrebbero più partecipe, vorrebbero sentire la sua voce. Perché? Lui è sempre lo stesso…”


Queste alcune delle possibili riflessioni di chi vive con un quotidiano disagio.
Si vive comunque, si progredisce nelle fasi della vita, ma ci si sente poco capaci di essere obiettivi e soddisfatti nei confronti di se stessi.
Qualcuno allo specchio del Sé potrebbe vedersi grandioso, capace, ma portato nel mondo esterno, quella stessa persona potrebbe vivere come se fosse invisibile, piccolo o insignificante.
Qualcun altro sempre nello stesso specchio potrebbe vedersi incapace, inadeguato, brutto, ma portato nel mondo esterno, quella stessa persona potrebbe ricevere riconoscimenti continui, complimenti, avanzamenti di carriera o successi relazionali.
Sono due delle più diffuse incongruenze percettive ed emotive di chi ha un’autostima disallineata da quello che è nella realtà.
Le conseguenze?
Moltissime.
A livello lavorativo, sentimentale, amicale, familiare, per una distorta percezione di Sé le scelte potrebbero essere fatte in modo inappropriato per se stessi.
Si vive la vita di qualcun Altro.
Tali scelte potrebbero protrarsi anni. Fino a far dimenticare quello che ci fa muovere verso i nostri sogni, fino a far scomparire le personali idee o mete da conquistare.
Riprendere in mano il timone della propria vita?
Si può, attraverso una conoscenza o una ri-scoperta di se stessi.
La terapia psicologica riattiva il proprio baricentro, rimette le lenti di realtà alla propria visione di quello che si è capaci di fare, di quanto si potrebbe ottenere.
La vita non è solo una gara a chi ottiene il posto sul podio, ma è fare esperienze, faticare adeguatamente, per ricevere soddisfazione per quello che ci piace fare, dire o amare. Le classifiche lasciamole alle manifestazioni sportive.
Arrivare quarti può comunque essere Il successo.
Ogni giorno è una nuova gara. Ogni giorno il risultato può cambiare.
L’ importante è avere sotto controllo i propri strumenti di performance, oliarli, aggiornarli, riprogrammarli se necessario, resettarli a volte, affinchè ci facciano rendere nel miglior nostro modo possibile.
Con l’avvio di un percorso psicologico si ricerca la pace con se stessi, nel senso di ritrovare uno stato di tranquillità e serenità non turbata da eccessivi timori o affanni.

“Se sei depresso, stai vivendo nel passato. Se sei ansioso, stai vivendo nel futuro. Se sei in pace, stai vivendo nel presente”. Lao Tzu


Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)



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