Coppia

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“L'incontro di due personalità è simile alla mescolanza di due diverse sostanze chimiche: un legame può trasformarle entrambe”. Carl Gustav Jung

La parola coppia deriva dal latino copula, legame, unione.

Ci sono molti tipi di coppie.

Nel lavoro che pratico materialmente incontro genitori o partners.

Nei dialoghi che nascono le coppie si moltiplicano, si aggiungono, con le storie raccolte si creano riferimenti e aneddoti, citazioni di episodi tra fratelli, colleghi, amici, insegnanti o educatori, familiari, coppie che si presentificano nella stanza di terapia, sulle quali scegliere o meno di intervenire, almeno indirettamente.

Lavorare con le coppie mette in gioco molte parti di sé e la fatica dell’esporsi al terapeuta raddoppia, non si ha solo la difficoltà di aprirsi e rivelarsi, ma si intrecciano almeno due punti di vista sul disagio espresso, con la complicanza di rispettarsi anche nelle diverse opinioni o letture di quello che sta succedendo, a se stessi, alla coppia o ai figli se la consultazione è di tipo genitoriale.

Sostegno psicologico genitoriale

Da quando nasce l’idea di avere un figlio o da quando si scopre l’imminente arrivo di un figlio, si diventa genitori.

Come amo approfondire, la parola genitore deriva dal verbo latino gignere,  nella forma al participio passato genitus: generare, quindi colui che ha generato.
Ideare o scoprire questo ruolo è molto distante dal farlo proprio e starci comodi.

Si associa spesso la parola lavoro a quella di genitore e in effetti è proprio così, ci si assume un compito elaborato, quotidiano, di intensa concentrazione e si cresce, giorno per giorno, acquisendo nuove abilità o inciampando in numerosi ostacoli.

Nei percorsi di sostegno psico-emotivo, rivolti ai bambini e ai ragazzi, trovo importante coinvolgere mamme e papà, per alleggerirgli la complessità del compito educativo, per dare supporto alla loro funzione genitoriale, senza sostituirmi al genitore, ma ampliando la loro visione del figlio.

Non ci sono ricette, né magie, genitori si nasce e le maggiori difficoltà si trovano nell’ accettare la relazione con i figli, fatta di regole chiare, di valori, o princìpi saldi, certo, ma anche di differenze e sconosciuti modi di reagire o vivere la quotidianità.
Camminare, correre, scrivere, nutrirsi, dormire, parlare: sono queste le azioni che un genitore può insegnare ai figli, seguendo il loro ritmo di crescita.

Come si muoverà quel figlio, con lentezza, agitazione, prontezza, precisione, scioltezza, efficacia, sarà tutto una scoperta, giorno per giorno e la difficoltà starà nell’ accettare le differenze del fare, dire, agire da come si è sempre stati abituati, come individui, come figli...

Un genitore non è più solo dall’arrivo di un figlio, questa è una vera sfida: continuare a soddisfare i propri bisogni, a esistere come individuo, dando importanza anche ai bisogni del figlio.

Due ruoli in contemporanea, da vivere, molto spesso in modo incompleto e per questo motivo di insoddisfazione e sensazione di inefficacia.

Se poi ci si trova ad avere a che fare con l’altro partner genitore che è in contrasto o in disaccordo su scelte o decisioni, ecco che alla mancata sicurezza delle proprie azioni come genitore si somma l’insidioso ostacolo del confronto, utile talvolta, se le parti trovano una mediazione, deleterio se dal confronto si sfocia in un conflitto.

Il ruolo del colloquio psicologico sarà quello di esplicitare le due parti genitoriali protagoniste e di riportare entrambi agli obiettivi prioritari: stare bene con se stessi mettendo in rilievo il benessere dei figli.

Terapia di coppia

“Amatevi reciprocamente, ma non fate dell’amore un laccio;
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.”
(Kahil Gibran)

Parlare di coppia inevitabilmente mi fa pensare a due parole: Amore e Libertà.
Uso volutamente due parole ad ampio raggio di riflessione e di significato, per far subito capire quanto nell’approcciarmi a una coppia che mi chieda un percorso io mi collochi in una zona vasta e accogliente di dialogo e di conseguente azione.

Una coppia può vivere momenti di crisi, di arresto, possono accrescere gli stati emotivi di tensione e di sconforto, può sembrare che “non ci sia può nulla da fare”, che “non ci si riconosca più”, che i sentimenti si siano trasformati in disagio, sofferenza o insofferenza, o che si siano esauriti.

Si modificano le distanze tra i due individui, approdando a due lontani territori, difficili da ricongiungersi oppure si può manifestare eccessivo attaccamento di uno o di entrambi i partner, che porta con sé gelosia, possessività o controllo.

Si viaggia lungo il ciclo di vita della coppia, dove ci sono, per definizione, delle tappe ben precise: l’ innamoramento iniziale, la convivenza, l’arrivo dei figli, la ritrovata autonomia della coppia al momento di uscita degli stessi dalla famiglia. Ognuna di queste tappe porta con sé tesori, nella più lineare delle ipotesi, ma anche difficoltà e potenziali disagi.

Possono inoltre, nella coppia, sopraggiungere imprevisti, di diversa entità emotiva: un trasloco, il cambio di lavoro, un tradimento o un’ ideazione di tradimento, una malattia, un lutto o un trauma che colpisce uno o entrambi.

Nell’incontro con una coppia si interagisce con tre elementi, i due singoli individui e “il terzo” protagonista, in un senso di entità ben distinta, che Caillè, psicoterapeuta francese, nel suo libro “Uno e uno fanno tre”, chiama “l’assoluto” della coppia. Questo assoluto “corrisponde alla rappresentazione condivisa che i due partner hanno della loro coppia e su cui si struttura tutto il loro sentimento di appartenenza”.

La complessità delle relazioni presenti in una coppia è motivo di apertura a tante diramazioni emotive e di pensiero e per questo, per la seconda volta, sottolineo l’importanza delle due parole Amore e Libertà, che negli incontri che faremo saranno spesso coinvolte e personificate.

L’Amore guida la ricerca di una persona, la conoscenza dell’altro, l’accettarlo come individuo, lo scoprire che ci fa stare bene, che ci alimenta, che ci mette in discussione, che è differente da se stessi o che è simile.
In terapia parleremo dell’amore dal punto di vista personale, di come si è costruito una sua identità nel corso della vita di ognuno dei partner, parleremo di come l’amore si sia poi creato un’ identità a sé stante, quella di coppia, unica e irripetibile.

Una metafora interessante, espressa da Andolfi, è quella del Cubo di Rubik, che divide in sei mondi l’ intero della coppia: le sei facce del cubo corrispondono a distinti contesti relazionali, in particolare due di esse sono legate ai due individui, una al Legame affettivo e cognitivo della nuova coppia, una ai figli (o all’ idea di famiglia che crea), una alle famiglie di origine e una alla dimensione sociale della coppia, a come si muove con le variabili lavoro, amicizie, cultura di appartenenza.

Le sei facce diversificate descrivono la superficie della relazione di coppia, all’ interno si trovano i numerosi collegamenti tra le facce, nascosti talvolta e da decifrare attraverso l’ indagine terapeutica.

Il concetto di Libertà esprime quello che ogni persona, attirata o coinvolta in una relazione amorosa, vive come diritti e come possibilità, innanzitutto per se stessa, di portare emozioni e sentimenti autentici all’Altra persona coinvolta.

Libertà in amore è poter dire quello che si pensa, quello che piace o quello che infastidisce, senza temere di essere giudicati dall’altro. Ci si immette in due in un nuovo sistema, in un nuovo equilibrio tra le parti, dove ci si aspetta di trovare idee e punti di vista differenti, nel pieno rispetto di sé.

Un confronto è utile alla coppia, a volte sfocia in conflitto tra le parti e qui è il momento di intervenire ricercando la nascita di un dialogo costruttivo.
La terapia di coppia ha questa funzione: portare i due membri della coppia a comunicare i propri bisogni, in relazione ai bisogni dell’altro, in modo interattivo e integrativo.

Nel noto film Avatar, di James Cameron, gli abitanti dell’immaginario pianeta Pandora, chiamati Na’vi, si dichiarano la frase “Io ti vedo”, intendendo che una persona possa dare valore a un’altra persona, vedendo che esiste, non tentando di trasformarla in qualcosa di diverso, ma incontrandola nel suo mondo, sentendola poi parte di un legame che si crea proprio da quell’interazione, in quel preciso istante. Reciprocamente.

Ci si vede, Insieme, in un mondo che è Unico e Irripetibile per ogni coppia.


Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)



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