Adolescenti

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Esistono momenti in cui nessuno, davvero nessuno, può capire e guidare un* ragazz* nel bel mezzo della sua adolescenza.

Questa realtà evolutiva paralizza molti genitori.

L’adolescenza porta con sé assurde e illogiche trame di vita, comportamenti, parole o parolacce, atteggiamenti incomprensibili ad ogni adulto umano.

Emozioni a mille, poi sottozero, poi vortici di idee e stimoli, poi apatia, desiderio di sparire.

Queste potrebbero essere alcune coordinate di pensiero e di azione di molti adolescenti:

  • I genitori: “Non capiscono niente” e “Non mi capiscono”, “Non si fidano di me”. Tenersi alla larga. Cercare alleati, Altrove. Fuori dalla propria Casa.
  • I prof: nemici o idoli. Sopportarli per non peggiorare le cose. Ammirarli e ascoltarli. Oppure scontrarsi, per vincere. Per farsi Vedere.
  • Gli amici: amore e odio, luce e buio. Tanto essenziali quanto deleteri, a volte.
  • Gli innamorati: una fonte di caos.

In fondo, come possono essere capiti dagli Altri se ancora loro faticano a capire loro stessi?

Sono alle prime esperienza di vita svincolata dalla famiglia, di scelte autonome, di rischi o agognate mete da trovare per poi raggiungere.
Il compito del terapeuta con gli adolescenti non è quello di fornire indicazioni, un libretto di istruzioni, ma di accompagnarli nel loro mutamento, accogliendo le stravaganze, l’onnipotenza, gli alti e bassi umorali, l’ enfasi emotiva come tappe fondamentali della loro costruzione identitaria.

L’adolescente che sceglie di fidarsi è già parte del sistema di cura efficace.

Aiutarlo a sciogliere nodi relazionali, in primis con se stesso, è già strada di cambiamento, di scoperta, o ri-scoperta di sé.

Dal fidarsi all’ affidarsi a un adulto che lo segua nelle sue peripezie di crescita, questa è l’ambizione del terapeuta della psichè adolescenziale.

Farà sorridere, ma molti giovani adulti (e oltre…) conservano un adolescente irrisolto nella vita responsabile e matura che svolgono, impegno dopo impegno, dovere dopo piacere, portando un peso, un enigma, di una complessità talvolta irrisolvibile da soli.

Riacquistare confidenza con i bisogni dell’adolescens  tenuto nascosto può far procedere in modo più saziante nel proprio percorso di vita, considerando che deriva dal verbo latino alere, nutrire.

La terapia della psichè adolescenziale è un banchetto luculliano, oppure un tavolo spoglio, dipende da dove ci si sofferma a guardare quel luogo di incontro, se si resta osservatori concreti o se si ha il coraggio di andare Oltre e mettersi scomodi da un altro punto di vista.

Guardate dal finestrino dell’altro. Cercate di vedere il mondo come lo vede il vostro paziente.”Irvin D. Yalom


Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)



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